Spazio Sospeso
A seguito del DPCM dell’11 Marzo 2020, che estendeva a tutto il paese misure eccezionali e soprattutto decretava la reclusione forzata all’interno delle proprie abitazioni, la nostra quotidianità e la nostra memoria sono state colpite per sempre. In quel periodo abitavo ancora dai miei genitori nel condominio dove sono sempre cresciuto, composto da 5 piani e 30 appartamenti. Ogni condominio ha dei luoghi in comune che nella quotidianità sono sempre stati sinonimo di socialità e condivisione tra i vicini di casa. Il Covid-19 ha stravolto completamente questa visione, creando sulla soglia della nostra abitazione una sorta di linea di confine, che oltrepassata ci conduceva in un luogo ormai con una differente identità, da vivere nella più assoluta fugacità. Varcando la soglia, ho documentato visivamente il silenzio e la sospensione che aleggiava in quei luoghi che io, mia madre e mio padre, fino a poco tempo prima vivevamo nella normalità insieme a chi ci abitava di fianco. L’occhio ha iniziato a soffermarsi sui dettagli, abbandonando la fugacità del momento, per essere poi trascinato da questo senso di sospensione del tempo e dello spazio, esattamente come erano le nostre vite in quel momento, imprigionate tutte allo stesso modo all’interno delle mura delle nostre abitazioni, cercando in qualche modo di valicare quel confine e di rimanere collegate con il mondo esterno.